La Storia di Francesco Marino
Ciao,
penso che sia corretto, come primo contenuto del mio nuovo sito, raccontare la mia storia.
Non avrei mai pensato di fare il parrucchiere, nonostante avessi, alle spalle, una famiglia di parrucchieri.
Mio padre, parrucchiere affermato da anni nel quartiere, i miei zii e cugini che hanno molto da raccontare sulla loro brillante carriera e che hanno fatto le loro fortune lontano dalla nostra città:
fin da piccolo ho sempre assaggiato questo mestiere.
Nei periodi delle festività scolastiche mio padre mi imponeva di scendere giù al negozio; sì perché abitavamo nello stesso quartiere dell’attività, mi dovevo fare le ossa, diceva.
Purtroppo però gli esiti erano sempre negativi, ogni scusa era buona per fuggire con gli amici, ma sentivo dentro di me che prima o poi avrei imparato il mestiere.

Ricordo gli odori della lacca sulle mani e i vestiti di mio padre quando tornava a casa, la puzza dei colori e della permanente quando gli portavo la merenda al negozio, ricordo i natali e i capodanno, aspettando lui, che prima delle 22 non tornava e qualche anno è capitato che ha fatto anche più tardi.
Il salone di parrucchieri è sempre stato la mia casa
All’epoca, il mestiere del parrucchiere era redditizio e poteva darti una certa notorietà: questo mi affascinava e non solo, pure il fatto che avevi a che fare con la moda mi incuriosiva, ma allo stesso tempo pensavo ai tanti sacrifici e al duro lavoro che si affrontava, e pensavo che non avrei avuto molto tempo per me, per gli amici, per il bar, per le uscite serali. Certo il Lunedì era festa, ma solo se non c’erano corsi di aggiornamento.

Insomma ho fatto il mio percorso da adolescente, i miei non mi facevano mancare niente, la spensieratezza e la voglia di divertirmi non mancavano, però ogni tanto nella mia testa un pensierino al mestiere del parrucchiere lo facevo.
Erano gli anni ‘90 e c’era benessere, inconsapevole del fatto che prima o poi sarebbero cambiate le cose. Internet a 56k, i primi cellulari, la politica che stava per avere un brusco cambiamento… tutto questo scorreva nella mia vita come un fiume in piena, senza farci molto caso, forse proprio perché non mi mancava niente, e noi giovani ci sentivamo invincibili.
L’apprendistato come parrucchiere nel negozio di famiglia
Quindi la mia vita prosegue con il diploma in ragioneria e la partenza per il militare, era l’anno del MILLENIUM BAG sembrava che il progresso dovesse interrompersi. Subito dopo quei 10 mesi vissuti lontano dalla mia famiglia incominciai il mio primo lavoro serio, in una scuola guida in provincia di Napoli, ed ero anche ben pagato.
Dopo vari anni decisi di avvicinarmi a casa e cambiai scuola guida ma fu una scelta sbagliata perché nel giro di qualche mese mi ritrovai disoccupato, ecco così che inizia a farsi viva in me l’ipotesi di diventare un parrucchiere data anche la mia propensione a stare in mezzo alla gente e sviluppare la mia creatività, invece di passare le giornate tra scartoffie, segnali stradali e incroci.
I miei mi davano un aiuto economico così, per giustificare quell’aiutino, mia madre d’accordo con mio padre mi propose di scendere GIÙ AL NEGOZIO a dare una mano. All’inizio non fu facile, perché nel nostro mestiere non è che subito prendi il phon in mano e fai i capelli; spazzavo a terra, passavo i bigodini, tagliavo le cartine, preparavo il carrello per la permanente, e tutti quegli odori che mi affascinavano all’inizio ora erano diventati miei.
Le clienti mi davano fiducia perché mi conoscevano da piccolo e perché ero il figlio del titolare; secondo una certa mentalità l’arte ce la devi avere nel sangue per un fattore genetico, camminavo per strada e mi sentivo famoso, tutti mi conoscevano, quindi sta cosa incominciò a piacermi, anche se lavorativamente parlando non era ancora formato, continuavo a fuggire dal negozio, appena potevo, a volte scendevo più tardi e questi atteggiamenti incominciarono a ripercuotersi contro, provocando scontri tra me mio padre e mia madre.
Mio padre ce l’aveva messa tutta per insegnarmi il lavoro, mi iscrisse a una scuola di formazione e a svariati corsi di lavori base, colpi di sole, colore, piega etc. etc.. tutto ciò non servì a responsabilizzarmi così una mattina nella quale non scesi a lavoro perché la sera prima, come tutte le sere del resto, mi ero ritirato tardi, mi chiamò con tono minaccioso dicendomi che il giorno dopo sarei andato a lavorare da un suo collega e che non avrei dovuto fare storie.
Così inizia il secondo capitolo della mia vita professionale.
Le prime esperienze professionali tra alti e bassi
Il nuovo negozio si trova in una delle zone ricche di Napoli, realtà completamente diversa da dove venivo io, lì non mi conosceva nessuno ed eri solo un semplice collaboratore, si incominciava a fare sul serio, c’erano delle regole da rispettare, anche molto rigide. I miei titolari erano giovani e avevano le idee ben chiare, il negozio era ben frequentato, la clientela era un misto di giovani ragazze e persone di una certa età.
Ero consapevole che se avessi voluto emergere, avrei dovuto ingranare la marcia e non badai più allo stipendio ma a imparare quanto più in fretta possibile, incominciai a guadagnarmi la fiducia delle clienti grazie ai miei modi e alla mia cultura, e i miei titolari incominciarono a puntare su di me.
Anno dopo anno mi stavo formando, stavo diventando un bravo parrucchiere, incominciai a frequentare corsi di livello superiore e a imparare sempre più cose.
Ma ero una macchina che camminava con il freno a mano tirato, in quegli anni mi ero prefissato un obiettivo, quello di aprirmi un negozio tutto mio.

Con loro ho passato 7 anni, ne ho vissute tante, eravamo un bel gruppo di lavoro; certo che delusioni e cazziate non sono mancate, ma tutto serviva alla mia formazione professionale.
Quando tutto sembrava andasse per il verso giusto, quando ero riuscito a farmi strada nell’ambiente lavorativo, mia madre ha una brutta malattia che di lì a tre anni la portò alla morte.
Quando ho perso mia madre è come se tutto fosse finito, lei era la mia più grande sostenitrice, era la spalla su cui potevo appoggiarmi nei momenti di sconforto, riusciva a trovare sempre il bene nel male, sapeva usare le parole giuste al momento giusto.
La nostra vita cambiò, la mia, di mio padre e di mio fratello, con ciò anche la vita lavorativa mia e in parallelo di mio padre. Conclusi gli ultimi anni di contratto con i due fratelli, che furono molto onesti con me, mi diedero quello che mi spettava senza che io gli avessi chiesto niente. In cuor mio si era spenta una fiamma, come se non avessi avuto alcun motivo di lottare, di emergere, quindi questo si ripercuoteva inevitabilmente sul lavoro, così badavo solo allo stipendio e basta, sul lavoro diventai apatico, andai a lavorare da una signora, che tra mille promesse, gestiva il negozio molto molto alla leggera, pochissima clientela e negozio vecchio. Ancora una volta feci la scelta sbagliata.
In questo salone ci ho lavorato appena 9 mesi, tra mille difficoltà e giorni difficili comunque riuscivo a tirare avanti, anche perché avevo la liquidazione del vecchio negozio. Durante questi mesi la titolare accolse nel Salone un nuovo Parrucchiere con tutta la sua clientela che gli garantiva una percentuale settimanale.
Questo nuovo parrucchiere sarà determinante per la mia storia professionale, poi lo scoprirete più avanti.
L’incontro che cambierà la mia vita professionale
Questo ragazzo, si presenta molto bene, un tipo “Brillante”, sempre ben vestito e molto curato, di quelle persone che ti prendono subito. In quel periodo aveva chiuso il suo negozio e con le sue clienti si appoggiava nel Salone dove lavoravo. Finalmente si incominciava a lavorare un po’ tanto che io mi misi subito a sua disposizione ed ero più impegnato con lui che con la mia titolare.
Passano i mesi e tra me e Lui si instaura un buon rapporto, anche perché avevamo tante cose in comune; tifosissimi del Napoli, la perdita della madre e figli di parrucchieri. Il padre aveva avuto, in società con altri due colleghi, un salone al centro di Napoli, in una delle vie più ricche della città, tanto che era definito il Salotto di Napoli.

Dopo anni chiusero e i soci si spartirono le quote della vendita del salone, Lui e il padre a loro volta furono ospitati, dando una percentuale, in un altro salone con tutta la clientela a seguito.
Nonostante il padre gli volesse aprire un negozio sempre nella stessa zona del precedente, lui non si è mai voluto assumere un certo tipo di responsabilità (un altro segnale che poi scoprirete più avanti), oltre al fatto che la presenza del padre sarebbe stata troppo ingombrante, quasi insopportabile.
Lui era più grande di me di 10 anni, viveva da solo e i suoi racconti di vita mi preso a tal punto che stringemmo una forte amicizia, ma una cosa mi sfuggiva, che ogni suo fallimento era colpa di qualcun altro.
Lavorativamente parlando era molto preparato, frutto anche dell’esperienza vissuta nel salone del padre, i migliori corsi di taglio, colpi di sole, colorimetria, insomma il meglio del meglio che ci potesse essere nel nostro settore (alla fine erano solo titoli di carta).
Finalmente l’occasione che tanto aspettavo
Il tempo passa e la situazione con la mia titolare diventa insopportabile, cominciano a nascere anche problemi di natura economica così un giorno dopo un furioso litigio decido di andarmene, senza preavviso decisi di non scendere più e mi misi subito alla ricerca di un altro salone che cercasse collaboratori preparati.
Dopo una serie di colloqui, perdo ogni speranza e il fatto che dovessi tornare a lavorare nel Salone di mio padre non mi allettava tanto, anche perché ormai mi ero formato e venivo da un ambiente diverso; da premettere che il salone di mio padre è stato sempre ben frequentato, uno dei migliori del mio quartiere. Insomma decisi di far passare l’estate e poi riprendere il tutto a settembre in modo che avrei potuto riflettere e capire alla mia età cosa avrei dovuto fare.

Neanche il tempo di tornare dalle vacanze e rimettermi a cercare che mi si presenta l’opportunità di rilevare un salone a Posillipo, un vecchio amico di mio padre cedeva l’attività oltre a essere anche il proprietario del locale. Finalmente mi si presentò ciò che avevo sempre desiderato, quella di avere un Salone tutto mio.
Mio padre mi avrebbe aiutato con la sua esperienza, facendo la spola tra Fuorigrotta e Posillipo, in quanto per me sarebbe stata la prima esperienza nel gestire un salone.
Ci organizzammo e iniziò la trattativa, andammo a visitare più volte il salone, che si trova nella zona di Posillipo di fronte lo storico palazzo Donn’Anna, e dove si trovano i lidi balneari più “in” della città.
Il Salone era arredato con uno stile tipo Vietri, da lì si poteva ammirare il golfo di Napoli; da Mergellina fino a punta campanella, una vista che nei momenti tristi ti donava gioia al cuore, e nelle giornate più limpide si vedeva chiaramente tutta la costiera. Il Salone non era molto grande, aveva un muro di tufo grezzo che faceva la sua bella figura, ben strutturato, inoltre aveva una sala al piano di sotto che era quasi il doppio, insomma era molto bello.
Durante la fase di contrattazione quando ormai già stavamo per mettere nero su bianco, arriva la telefonata del parrucchiere che stava dalla signora, che mi implora di aiutarlo ad andare via da lì, così preso dall’entusiasmo e dal fatto che avrei potuto staccarmi da mio padre, feci una delle scelte peggiori della mia vita; gli proposi di formare una società.
Iniziamo un ulteriore trattativa, così istituimmo la società e, con il consiglio di un commercialista, creammo una S.A.S. dove io ero l’amministratore, e questa ci serviva per ottenere in seguito il prestito per l’imprenditoria giovanile, rivelatasi poi un vero e proprio fallimento.
Il mio primo salone e nuove difficoltà
Una volta definito tutto iniziammo questa avventura, i primi anni furono ottimi, si lavorava, la gente ci veniva a provare, qualcuna rimase nostra cliente qualcun’altra no. Avevamo comunque la clientela del mio socio che ci garantiva un minimo di entrata fissa mensile.
Il rapporto tra me e lui incominciò a cambiare, adesso avevamo un interesse economico in gioco, io continuavo a farmi strada riuscendo a prendere una clientela più giovane e questa cosa sembrava non andargli tanto a genio. Essendo più grande di me si impose facendo dei discorsi del tipo che io avrei dovuto imparare, avrei dovuto incrementare la clientela oltra al fatto che il suo carattere esuberante spesso mi metteva in difficoltà avanti le clienti.
Insomma mi aveva talmente plagiato che pendevo dalle sue labbra, ero sempre pronto a difenderlo, anche quando aveva torto.
Nel frattempo però, essendo io l’amministratore avevo l’obbligo su tutto il lato finanziario, firme sugli assegni, rapporti con i fornitori, con il commercialista, il proprietario, utenze, mentre lui si sentiva solo responsabile delle sue clienti e della paga settimanale.
Dopo il primo periodo, dove si lavorava parecchio, incominciò il periodo di assestamento e rientrammo nella graduatoria per il prestito giovanile, così facemmo i lavori al negozio.
Ci fu dato un anticipo sulla quota del prestito, con il quale pagammo gli acconti ai vari fornitori seguiti poi da assegni a saldo con la mia firma.

Fu un vero e proprio disastro, perché mentre lui pensava sempre di più solo ai fatti suoi, io dovevo non solo lavorare ma anche preoccuparmi del lato burocratico.
La situazione cominciò a prendere una brutta piega nel momento in cui incominciai a cacciare la testa fuori dal sacco, mi svegliai e i litigi erano all’ordine del giorno, spesso anche davanti alle clienti.
Ormai non volevo più essere sottomesso, e questa atmosfera si ritorse contro tanto da cominciare a perdere sempre più clienti, ormai non riuscivamo neanche più a pagare il fitto del locale.
Nei suoi discorsi, per lui, io ero l’ennesima persona che lo aveva fatto fallire e che per l’ennesima volta era stato sfortunato (nel corso della storia, si vedrà dove sono arrivato io e dov’è lui attualmente), ma alla fine la verità esce sempre fuori e così si scoprirono gli altarini, e capii perché, tra altri vari problemi, era arrivato il momento di chiudere il Salone definitivamente oltre a chiudere la società.
Verso una nuova rinascita: nasce I Marino Parrucchieri
Nel Gennaio del 2015 mi feci forza e affrontai la situazione, grazie anche al supporto della mia attuale moglie, dall’oggi al domani chiusi il negozio e si scatenò una serie di situazioni che ho risolto dopo svariati anni, ancora oggi porto qualche strascico ma è poca cosa che non preoccupa più di tanto.
Ormai con questo ennesimo fallimento toccai il fondo, ma se hai la forza e le persone giuste intorno che ti supportano, allora dopo puoi solo risalire. Dopo giorni passati a litigare ancora con il mio vecchio socio, la paura di non poter sostenere economicamente ed emotivamente tutta la situazione, le prospettive di un futuro non troppo chiaro, mi portarono alla depressione.
Nel frattempo mio padre stava facendo le ultime considerazione sulla chiusura del suo Salone, da premettere che un anno prima si trasferisce, dopo 40 anni, in un locale più piccolo ma sempre nella stessa zona; io mi ero trasferito a casa della mia attuale moglie. Una donna straordinaria, che mi è stata vicino nei momenti più bui della mia vita e che mi ha dato la forza di rialzarmi e che oggi è parte integrante del mio progetto, ma di questo ne parleremo dopo.
Il tempo passa, le giornate sembrano non finire mai, fin quando un giorno mio padre mi propone di prendermi il suo Salone, dicendomi che lui aveva fiducia in me. Forse non aspettavo altro, mi si era presentata l’opportunità di risalire e consigliato da mia moglie decisi di rimettermi in gioco, così strinsi un patto con mio padre che avrei fatto questo passo solo alle mie condizioni, che avrei dovuto gestire tutto io, e mio padre accettò senza indugiare.
Nel marzo 2015 nasce I MARINO PARRUCCHIERI, all’inizio è stata dura perché ho dovuto rifondare tutto, ma questa volta ero determinato e nella mia testa si ripeteva continuamente una frase che ancora oggi è presente nei miei pensieri: ”NON DEVO FALLIRE”.
Incominciai a cambiare il modo di lavorare che aveva ancora mio padre, introducendo metodi nuovi, cambiando le vecchie abitudini. Nel frattempo arrivarono il restante dei soldi del prestito giovanile così che potei liquidare il mio vecchio socio e i fornitori che aspettavano i soldi dal vecchio negozio.
Stabilii una linea stilistica che potesse contraddistinguere il nostro salone, la moda cominciava a mettere in risalto le famose schiariture che stavano sostituendo lo shatush.

Decisi di frequentare dei corsi che mi potessero aiutare ad entrare sempre di più in questo mondo.
Scelgo così di utilizzare una linea di prodotti sponsorizzata da Belen Rodriguez, da lì poi una serie di corsi dove imparai a riprodurre le schiariture della famosa show girl, IL SOMBRAS. Arrivarono dei discreti risultati che mi portarono anche nuove clienti. Ma non mi bastava, sapevo che dentro di me si poteva fare di più.
In quel periodo le schiariture divennero sempre più richieste nei saloni, ed ero consapevole che dovevo salire sul quel treno, così oltre al SOMBRAS decisi di acquistare un corso di BALAYAGE di un famoso parrucchiere americano, e introdussi nel salone anche i BALAYAGE HOLLYWOODIANI, un effetto di schiaritura diverso, più pieno.
Siccome il Salone si trova all’interno di un parco, in un modo dovevo uscire fuori, cominciai a servirmi dei social, ma solo oggi ho capito che non li stavo usando nel modo corretto, così diventai partner del sito GROUPON e con una serie di sconti cercai di far entrare quanta più gente possibile, un modo per farmi conoscere, e proporre i SOMBRAS E I BALAYAGE HOLLYWOODIANI.
La specializzazione nel Balayage e la nascita di I Marino – Balayage di Napoli
Il Salone lo gestivamo solo io e mio padre e cominciammo a non poter gestire da soli la presenza delle clienti che aumentava, così assunsi una collaboratrice che ci aiutasse a diminuire i tempi di attesa.
Nel frattempo, però un altro evento negativo si ripresenta nella mia vita, la perdita di mio nonno, che era sempre stato molto presente e a cui volevo un bene enorme. A differenza del passato, questo evento non influisce su quello che stavo costruendo, vuoi perché ormai avevo le spalle forti, vuoi perché avevo deciso che niente e nessuno doveva fermarmi, ma soprattutto perché glielo dovevo, in quanto era stato lui a finanziare l’apertura del negozio di Posillipo e quindi non potevo deluderlo abbattendomi di nuovo.
Il Salone prosegue la sua crescita, nel quartiere ritorna a girare il nome de I MARINO, fino a che si ferma e diventa stabile, questa situazione mi porta a valutare nuove strategie fino ad incappare in alcune email che parlano di un metodo di marketing per parrucchieri.
Inizialmente non le presi in considerazione fino a quando una in particolare desta la mia attenzione.
Finalmente cominciano a capitare degli eventi positivi: vado a convivere con la mia futura moglie e questa convivenza si trasforma in matrimonio dopo un anno.
La vita comincia a girare nel verso giusto.
Da quella email di cui vi ho parlato prima nascono una serie di situazioni, credo che quella sia la strada giusta per raggiungere il successo, incomincio di nuovo a studiare fino poi a frequentare dei corsi e conoscere di persona questi tre esperti di marketing ai quali devo molto.

Decido di collaborare con loro per definire meglio le strategie e cercare una specializzazione che mi consentisse di non essere un parrucchiere qualunque.
A giugno 2019 nasce il nostro nuovo Brand: “I MARINO IL BALAYAGE DI NAPOLI” gli ideatori delle originali schiariture partenopee, forse il primo salone a Napoli specializzato nelle tecniche di Balayage. Abbiamo ideato 4 tecniche di schiaritura ispirandoci alle bellezze di Napoli. Il resto lo puoi vedere visitando il sito.
Ad oggi ci sono ancora tanti progetti da realizzare, ma l’obiettivo è ben preciso e la strada è ancora lunga ma so che non sono solo a percorrerla e quando hai vicino le persone giuste puoi arrivare ovunque.
Spero che la mia storia ti sia piaciuta, ci tenevo a raccontartela in modo da farti capire chi sono e cosa mi ha portato a essere I MARINO IL BALAYAGE DI NAPOLI.
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I MARINO | il Balayage di Napoli
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